Necropoli Santu Pedru

Necropoli Santu Pedru

Un progetto perfetto tra natura e costruito, uno spazio armonico disegnato dai rossi e bianchi delle rocce e dai verdi della macchia mediterranea. Seimila anni fa in Sardegna c’era un popolo che scavava la roccia utilizzando strumenti di pietra per restituire il corpo dei defunti alla Grande Madre: la Terra.

La necropoli rupestre di Santu Pedru, scoperta casualmente nel 1959 ed esplorata dal prof. Ercole Contu, è costituita da 10 ipogei scavati nel tufo trachitico del versante meridionale dell’omonima collina. I popoli che hanno utilizzato queste tombe nel corso del tempo, realizzavano grandi opere di affascinante bellezza, replicando le dimore dei vivi per dare conforto alle anime dei defunti durante il loro lungo viaggio. La sintesi di tutto ciò è rappresentato dalla Tomba I conosciuta anche come Tomba dei Vasi Tetrapodi -o vasi a quattro piedi- di particolare interesse per la sua monumentalità e complessità, all’interno della quale è possibile ammirare particolari architettonici e decorativi, simboli religiosi e tracce di ocra rossa, utilizzata per dipingere interamente le pareti con un chiaro significato simbolico, rievocazione del sangue e della rigenerazione.

L’ingresso alla tomba è preceduto da un lungo e monumentale corridoio che introduce in un ambiente raccolto, l’anticella, e una volta varcato il piccolo ma rifinito portello di accesso con il suo finto architrave in rilievo e le sue cornici, preceduto da gradini di pregevole fattura, si entra nel mondo magico delle domus con la sua camera principale, i pilastri finemente rifiniti, i simboli scolpiti del dio toro, le cellette funerarie sopraelevate, la falsa porta scolpita nella parete di fondo, con tracce di ocra rossa, limite invalicabile di divisione tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti.

Tutti questi simboli sono replicati e visibili all’interno di tutte le domus che si aprono sul fianco della collina compresa la tomba X di recente scoperta, all’interno della quale è possibile ammirare un finto focolare scolpito nel pavimento.

A testimonianza di quanto questo luogo fosse importante in antichità si segnala la presenza di un nuraghe monotorre sulla sommità della collina da cui è possibile dominare tutto il territorio circostante.

Esempio notevole di riutilizzazione della tombe a partire dal neolitico Recente fino all’epoca del bronzo, per arrivare fino all’epoca romana.

La necropoli venne inoltre riutilizzata come luogo di culto in età tardoantica (VI-VII sec.), come testimonia la tomba riutilizzata in chiesa dedicata ai santi Pietro e Lucia.

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