Le domus de janas

Sono circa duemila in tutta la Sardegna le sepolture scavate nella roccia che la tradizione popolare ha battezzato domus de janas (case delle fate o case delle streghe), piccole dimore abitate da creature leggendarie di minuscola statura che instancabili tessevano splendide stoffe sui loro preziosi telai d’oro mentre intonavano dolci melodie

L’uso di scavare tombe nelle roccia ha larga diffusione in tutta l’Isola e testimonia l’abilità degli artigiani che erano in grado con pochi e rozzi strumenti di intervenire sulla roccia trachitica od arenaria preferibimente nelle falde delle colline o in pianori leggermente sopraelevati come nel caso di Anghelu Ruju. Il tipo di sepoltura rivela l’intenzione degli esecutori di riprodurre le abitazioni dei vivi riproponendo nelle pareti in pietra, con la tecnica del rilievo, le zoccolature, i travi lignei dei tetti a doppio spiovente e tutti gli altri elementi architettonici propri delle case in legno. Evidentemente vi erano particolari concezioni religiose e cultuali che consigliavano nell’architettura funeraria la riproposizione dell’architettura domestica secondo un filo ideale che doveva unire l’abitazione ed il luogo custode delle spoglie mortali .

Nelle pareti sono scolpiti diversi simboli religiosi come le false porte, che segnavano il passaggio al mondo ultraterreno, e le corna e le protomi taurine, rappresentazione schematica del dio Toro, che dovevano proteggere il sonno dei morti.

La Necropoli di Anghelu Ruju (3500-1800 a.C.)

Il sito di Anghelu Ruju ospita la più grande necropoli ipogeica della Sardegna per il numero di tombe fino ad ora ritrovate: 38 grotticelle a più ambienti scavate nell’arenaria. Gli ambienti mostrano gli elementi tipici della religiosità neolitica dell’area mediterranea. È inoltre diffuso l’uso dell’ocra rossa, il colore del sangue e della rigenerazione.

Di particolare interesse la tomba 28, che presenta scolpiti ai lati del portello della cella maggiore i simboli associati della coppia divina “toro-dea madre”: due protomi taurine a doppie corna e testa schematizzata a rettangolo che reca cerchi concentrici incisi.

L’intero complesso sorge in località I Piani a 9 km dal mare in una vasta piana solcata dal Rio Filibertu

Come arrivare: percorrere la strada statale 127bis attraversando il quartiere cittadino della Pietraia, fino all’incrocio di Maria Pia, giunti al quale occorre prendere la direzione per Porto Torres. Dopo aver percorso ca. 10 Km della cosiddetta “strada dei due mari”, sulla sinistra, si apre l’ingresso alla necropoli.

La Necropoli di Santu Pedru (3500-1800 a.C.)

Un progetto perfetto tra natura e costruito, uno spazio armonico disegnato dai rossi e bianchi delle rocce e dai verdi della macchia mediterranea.

La necropoli rupestre di Santu Pedru è costituita da 10 ipogei scavati nel tufo rachitico del versante meridionale dell’omonima collina. La necropoli venne riutilizzata come luogo di culto in età tardoantica (VI-VII sec.), quando la tomba IV è stata trasformata in chiesa dedicata ai santi Pietro e Lucia.

L’intero complesso sorge in località I Piani a 9 km dal mare in una vasta piana solcata dal Rio Filibertu

Come arrivare: usciti da Alghero prendere la SS 127 bis per Uri e Ittiri; superato il bivio per Olmedo proseguire per circa 2 km e mezzo. Alla fine di un lungo rettilineo e subito dopo una curva a destra, all’altezza del km 24,5, si trova, sulla sinistra l’ingresso della tomba principale.

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